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martedì 18 giugno 2019

Jean-Pierre Melville : Notte sulla città (Un Flic, 1972) , con Alan Delon, Paul Crochet, Richard Crenna, Riccardo Cucciolla, Catherine Deneuve

Dopo I Senza Nome, Jean-Pierre Melville firmò Notte sulla città.
Per chi si aspettava un film sulla stessa falsa riga del precedente, fu una mezza delusione: questo è un film diverso, molto più introspettivo del precedente, che già lo era e poneva in luce il determinismo dei protagonisti.
Alan Delon è il Commissario Corman, un poliziotto disilluso e disincantato, che svolge le sue mansioni senza alcuna passione, ma perchè devono essere svolte. Accanto gli è sempre Morand, un suo sottoposto. Insieme, svolgono un lavoro sulla strada.
Mentre i due svolgono il loro lavoro di routine, per esempio andando in una squallida pensione dove è stato annunciato il ritrovamento del cadavere di una prostituta, altrove quattro compari assaltano una piccola banca. Il colpo è stato pensato solo come autofinanziamento per un colpo ancor più grosso. A capo della banda è Simon, il padrone di un famoso nightclub di Parigi, frequentato da Corman. Suoi compari, tre disperati: Louis Costa, Paul Weber, e Marc Albouis. Marc e Louis si conoscono tra loro, mentre Paul era un bancario che lavorava nella banca dalla quale è stato licenziato e che lui assieme ai suoi compari assalta.
Tutto va liscio finchè uno dei bancari riesce prima adare l'allarme e poi a sparare a Marc. Tuttavia riescono a scappare, e con una recita in una stazione, acquistando dei biglietti, riescono a far credere di essere fuggiti in treno mentre invece usano un'auto. Il compagno ferito viene ricoverato in una clinica, mentre gli altri tre riparano a Parigi.
Per evitare che interrogato possa parlare, tentano di trasportarlo altrove, ma oppostasi una infermiera di piantone, attuano il piano B: la moglie di Simon, Cathy, travestita da infermiera, si introduce nella camera di Albouis e lo uccide.
Passano quindi a progettare il vero colpo: devono rapinare un corriere di droga in treno. Una volta rapinato, la droga gli verrà pagata da coloro ai quali loro l'avranno sottratta senza che la polizia lo venga a sapere. Tutta via Corman viene a sapere della cosa, da un suo informatore, un travestito che vuole essere lasciato in pace: così ciascuno dei tre soggetti, il commissario, la banda dei rapinatori, e il corriere, sa che altri sanno.
E' un po' lo stesso muto dialogo di sguardi che oppone Corman a Cathy e Simon. Cathy è moglie di Simon e assieme l'amante di Corman: nel club parigino, Corman e Cathy si guardano, Cathy guarda Simon, Simon guarda Cathy e Simon, Corman guarda Simon. E' come un gioco, ma in fondo non lo è.
Il colpo si conclude da manuale: Simon viene calato da un elicottero sul treno in corsa, e pentratovi, nel bagno si cambia, svestendosi e assumendo l'identità di un viaggiatore in vestaglia e pantofole. Quindi con una potente calamita, apre dall'esterno loo scompartimento del corriere, lo mette KO, si impossessa della valigia con la droga, la passa ai complici in elicottero e lui stesso vi si issa.
Tutto finito?
No. Perchè il complice morto viene riconosciuto e la foto è diffusa dalla stampa.
Corman mette in collegamento Albuis e Costa e sapendo dove qauesti va a pranzare, riesce prima ad arrestarlo epoi con un quarto grado a fargli confessare i nomi degli altri due.
A quel punto si reca dal suo amico Simon e lo mette al corrente che è stato riconosciuto come amico da Costra mentre lui stesso rifiuta di ammettere di conoscerlo. Corman non lo arresta, perchè aspira a mettere le mani sulla droga, ma da a Simon la possibilità di avvisare telefonicamente Weber.
Mentre la polziia con in testa Corman sta per arrestarlo, Weber si spara.
A quel punto Corman, tenendo sotto controllo il telefono di Simon, e della moglie, viene a sapere della fuga pianificata dai due e in Avenue Crnot lo uccide sparandogli, avendo interpretato male un suo tentativo falso di prendere la pistola: Simon siccome non avrebbe mai avuto la forza di uccidersi, sceglie di essere ucciso dall'amico/rivale, facendogli credere di stare per sparargli.
Tutto sotto lo sguardo di Cathy, l'angelo della morte.
Un Flic, è il canto del cigno di Melville: stava progettando un nuovo film, quando dopo poco tempo dall'uscita del film, fu stroncato da un infarto.
Del resto oltre a firmare la regia, si era occupato del montaggio e aveva allestito la sceneggiatura, e perciò l'accoglienza da parte della critica lo toccò. Non a caso. Anche se prodotto minore rispetto a Frank Costello faccia d'angelo e a I senza nome, Notte sulla città porta all'estremo le scelte cromatiche di Melville. Egli era il re incontrastato dell'azzurro: molto spesso la cromaticità delle sue scene vira sull'azzurro, che è una tonalità affine alla depresione alla melanconia e al drammatico. In questo film vi sono molte inquadrature che usano l'azzurro e il celeste: si incomincia con la tentata rapina, e tra enormi cavalloni d'acqua marina che si infrangono, e gru e gabbiani che solcano il cielo, i quattro arrivano in macchina. La banca è un edificio celeste, isolato dagli altri. La cromaticità ha un preciso scopo: quando sono applicate all'architettura, tali combinazioni di colori influenzano psicologicamente la percezione dello spazio, con certi colori che attirano maggiormente l'occhio. E' questo un principio usato anche da Le Corbusier. E costruita dall'architetto francese, sembra  la lunga teoria di facciate di palazzi tutti uguali, dagli stessi colori, seguiti poi da altri palazzi tutti uguali in cui predomina altro: prima l'arancione, poi il marrone alternati al bianco. Ed ecco lo stabile celeste, laddove è ubicata la banca. L'atmosfera, la pioggia, la desolazione in cui si muove l'azione, tutto concorre a isolare la situazione principale: non sembrerebbe possibile che nessuno si muova per la strada. Sembra che siamo finiti in un posto sperduto.
La massa di blu-bianco sembra diventare parte dell'ambiente naturale, la mancanza di persone suggerisce che lo spazio è stranamente parte del più vasto ambiente effimero: cielo, gru, gabbiano, onde, costruzione, nebbia. Che effetto ha questo sul dramma? A parte la tensione precedentemente menzionata, la sensazione è che i rapinatori pericolosi possano facilmente svanire nell'etere. Tutta l'estetica gioca con un problema che Le Corbusier stava cercando di risolvere, dissolvendo tutto insieme fino a che non fosse semplicemente una gamma di forme. Tale colorazione chiara, queste sfumature bianco-blu, erano il tipo di toni atmosferici che il progettista usava per materializzare i confini dello spazio, cercando anche di non limitare in ultima analisi tale spazio, ciò che a volte etichettava come pigmenti o colori "di transizione". Il drame azur è l'equivalente dei colori di transizione di Le Corbusier (il che spiega anche perché molti dei primi film seguono personaggi che sembrano in qualche modo scomparire). In Un Flic, la tavolozza dei colori materializza solo parzialmente tali limiti; lo spazio è lasciato opaco, senza restrizioni e senza fine, l'auto criminale scomparirà nell'aria bianco-blu per causare più caos quando emergerà in un ambiente più solido
(Adam Scovell,  Jean-Pierre Melville’s Un Flic (1972) and Le Corbusier’s Transitional Pigments)
Per di più, lo spazio esterno parallelismo di quello interiore, è un tributo ad Antonioni.
C'è poi anche una funzione specchio: la Parigi notturna desolata si riflette in quella del paesaggio di Maurice de Vlaminck, il ritratto di van Gogh in quello del ladro Simon che ammira la tela: entrambi hanno lo stesso cappello. 
Come ogni film, anche questo ha un suo motivo guida:
Questo mestiere rende scettici dice Morand all'obitorio. Specie sullo scetticismo, aggiunge Corman.
E rimarca: "In fondo i soli sentimenti che un uomo abbia ispirato ad un poliziotto sono l'ambiguità e la derisione. La derisione.." Ambiguità e derisione che pare ispirino le azioni del commissario Corman: è lui in fondo che intrattiene ambigui rapporti con il travestito suo informatore, che tratta quasi come un cliente e che poi deride quando la trappola sul treno si rivela un flop; è lui che intrattiene ambigui rapporti con Simon, suo amico in quanto proprietario di un nunght club parigino, essendone nel contempo l'amante della moglie, Cathy: si osservino gli sguardi incrociati, le botte e risposte tra i tre nel night club, quando ognuno dei tre guarda gli altri due: ognuno pensa di gestire al meglio la situazione ma non sa che gli altri sanno. Del resto, il titolo, sottolinea questa ambigutà del poliziotto: flic è un nomignolo.
Sin dall'inizio del film, vi è un costante rapporto di confronto tra l'uomo e la morte: prima è ferito gravemente Marc durante la rapina, ucciso poi da Cathy; poi un'altra sfida alla morte nell'attacco al treno; poi Paul si uccide per non  essere processato; infine Simon, quasi in un duello, viene ucciso da Corman, sotto gli occhi di Cathy, elemento catalizzatore di entrambi: ama il marito ma ha anche come amante il commissario. E' come se Simon sapesse che la moglie va a letto col commissario, è come se fosse questo un modo per esorcizzarne le azioni, per sapere prima come regolarsi. E' un gioco pericoloso, tanto più che Simon ha una doppia identità: è imprenditore e nello stesso tempo rapinatore. E tanto più che non si può neanche escludere , nell'ambiguità dei rapporti che intercorrono tra Corman e Simon, che anche Corman supponga la doppia natura di Simon e che perciò la relazione con la moglie di quello non sia altro che un gioco per controllarlo, per sapere o ipotizzare alcune mosse.Non a caso, quando capiscono chi sia il bandito morto, immediatamente Corman collega Simon agli altri della banda. E con un atteggiamento ancora una volta ambiguo, non procede all'arrestro di Paul e Simon dopo aver fermato Costa, ma fà sì che il primo si suicidi, ed il secondo possa affrontarlo in un duello all'ultimo sangue: chi non fuggirà alla morte, sarà suo prigioniero.
Un'ultima cosa: anche se Melville stava preparandone un altro, questo film è un po' come un capolinea per lui. E come tale è ricco di riferimenti, di allusioni: quelle sul muro della squallida stanza della pensione in cui viene trovata uccisa la prostituta, e tra le altre... Bob, Gustav Minda, Jeff Costello che richiamano Bob le flambeur, Le deuxième souffle e Le samouraï ; ci sono persino delle eccessività, da alcuni intese come provocazioni (per es. il treno e l'elicottero, chiaramente dei modellini, come nei film giapponesi di Godzilla degli anni settanta); e c'è la più lunga scena di vestizione del cinema (anche questa una sorta di provocazione), dettagliatissima: quella di Richard Crenna nel treno.
Grandissima interpretazione di Riccardo Cucciolla, mentre Crenna sembra un po' spaesato.



Pietro De Palma







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