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sabato 22 giugno 2019

Lucio Fulci : Sette note in nero, 1977 - con Jennifer O' Neill, Gianni Garko, Gabriele Ferzetti, Marc Porel

Lucio Fulci, regista italiano  specializzato in B-Movie a basso budget che poi guadagnavano parecchio, scomparso nel 1996, ha sondato tutti i generi, si può dire: dai film musicarelli degli anni '60, ai film con Franchi & Ingrassia, alle sceneggiature per alcuni film di Totò; fu lui ad inventare Menicaroni/Sordi di Un giorno in pretura; passò dall'erotico della commedia all'italiano (La pretora, con E. Fenech), allo Spaghetti Western violento (Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro), e a quello ancora più violento e con scene splatter, di tortura e persino cannibalismo (I quattro dell'apocalisse)che anticipano i suoi film horror, confezionati alla fine degli anni settanta inizio anni 80, che lo indicarono quale un maestro del cinema horror italiano da contrapporre a Dario Argento (Zombi 2, Paura nella città dei morti viventi, ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà, Quella villa accanto al cimitero). La caratteristica sua personale che trovasi sia nei suoi spaghetti western, sia nei film horror, sia nei pochi film gialli e thriller girati, è la violenza di alcune scene, talora insostenibile.
Abbiamo parlato di film gialli. Sì, Fulci ne girò tre o quattro.
Una sull'altra è un film girato come sequel di La donna che visse due volte di Hitchcock: è un film giallo, con molte scene erotiche lesbo anche spinte per il tempo (fu vietato ai 18 anni). Ebbe un ottimo successo, e convinse Fulci a girare un secondo film thriller che riscosse ancora successo di pubblico: Una lucertola con la pelle di donna. Il terzo film giallo  Non si sevizia (un) paperino, film inquietante e morboso ( presenta alcune scene splatter che si ritroveranno in altri film) è considerato da molti il suo capolavoro al pari del successivo Sette note in nero, che completa la quaterna dei film gialli. Oggi trattiamo quest'ultimo prodotto.
Film del 1977, è un classico giallo, in cui pur presentando una trama in cui vi sono momenti di violenza splatter, ha un'ottima sceneggiatura, che facendo leva sul paranormale ha numerosi inserti alla Dario Argento: il cadavere murato, oltre che essere un omaggio a Il gatto nero di Poe, è anche una risposta per esempio a quello murato nella stanza scomparsa di Profondo Rosso di Dario Argento.
Virginia, ha avuto visioni sin da quando piccola, assistè telepaticamente alla morte della madre, suicidatasi buttandosi dalla scogliera (mentre cade, sfracellandosi sulla scogliera e poi sulla riva, si assiste a quelle scene splatter che erano già presenti in Non si sevizia un paperino). Adulta e sposata a Francesco Ducci, un uomo ricco toscano, mentre è sull'autostrada, imboccando una serie di gallerie, ha la visione di un giornale con un volto di donna, una lampada rossa, uno specchio rotto, una icona bizantina, un muro con una nicchia ricavata all'interno, un cadavere di donna gocciolante di sangue, un uomo coi baffi che si affaccia ad una scalinata e una serie di passi zoppicanti.
Arrivata al casale del marito, riconosce in una delel sue stanze, quella in cui si trovava il mobile e la lalampada della visione, identificando una porzione di muro in cui è stato riempito qualcosa. Afferrato un piccone trovato in cantina, sfonda il muro e vi trova uno scheletro. Sa di avere trovato lo scheletro di quella donna la cui uccisione ha visto nelle sue visioni del passato. Ad una successiva ricognizione del cadavere, si assiste ad una prima sorpresa: la donna uccisa e murata non aveva una cinquantina d'anni, età dimostrata da quella nella visione di Virginia, ma venticinque. Virginia non sa cosa pensare.
La ragazza si chiamava Agnese Bignardi ed era al tempo l'amante del marito ora di Virginia. Ducci viene arrestato.
Tuttavia nella visione c'era anche un taxi giallo. Facendo un'indagine su quei pochi taxi gialli all'epoca si ritrova il tassista che parla della ragazza accompagnata da un uomo barbuto zoppicante, che aveva chiesto che fossero accompagnati alla Pinacoteca. Lì viene a sapere che nel 1972 era stato rubato un quadro di Vermeer, che compare anche nella sua visione. Facendo delel indagini viene a sapere che l'immagine sul giornale riproduceva la ragazza vicino ad un cavallo ad un concorso ippico X, quello del 1973, che si era tenuto in un periodo per il quale Ducci ha un alibi solidissimo. I sospetti ricadono allora sul prof. raspini, direrttore della Pinacoteca che Virgina riconosce essere quello che aveva visto in visione.
Una tale intanto la chiama al telfono e le dice di avere rivelazioni e le da un indirizzo. Recatasi, la trova morta, e trova in quella casa molte indicazioni presenti nelle sue visioni. Prima di andarvi aveva però saputo dal suo amico Luca, che la foto non ritraeva un cavallo del prof Raspini del X Concorso Ippico ma del IX, quindi 1972. E subito dopo sua cognata le aveva regaalto un orologio da polso coin un carillon che lei ha sentito nelal visione. Luca allora la convince che quelle visioni che ha avuto non si riferiscono a fatti accaduti ma che devonoa ccadere: sono precognizioni.
A casa della morta vede Raspini. Credendo che sia lui l'assassino, afferrà una lettera, anche lei nelal visione, inseguita da Raspini che vuole riprendersela. I due si ricorrono in una chiesa sottoposta a restauri in cui lui mette un piuede infallo, precipita fracasandosi la testa. 
Intanto la donna è ritornata al casale dove incontra il marito zoppicante. Mentre avviene qauesto, Raspini moribondo in ospedale confessa di aver rubato il Vermeer assieme alla Bignardi e a Ducci, ma di non averla uccisa lei ma Ducci. Lapolizia non le crede ma Luca sì. Slanciandosi verso il casale, fa in modo di essere inseguito da una pattuglia della Polizia stradale. Quando vi arrivano, trovano Ducci ma non la donna: infatti Ducci pensando che Virginia avesse letto la lettera, con cui Agnese ricattava Raspini e Ducci per il Vermeer, l'aveva colpita con un attizzatorio alla testa, e ancora tramortita esanguinante l'aveva rimurata nella nicchia, cambiando poi l'ordine dei mobili in modo che  non si vedesse la nicchia murata, venendo occultata da un mobile.
Lucae i poliziotti stanno andando via, quando il famoso carillon suona da dietro il muro, permettendo di salvare Virgina e arrestare l'assassino.
Gran bel giallo italiano, ricco di indizi e piste vere e false, colpi di scena ripetuti, una grande atmosfera, e suggestive interpretazioni: Ducci è Gianni Garko, Virginia è Jennifer O'Neill, Raspini è Gabriele Ferzetti, Luca è Marc Porel. La sceneggiatura vedeva tra gli altri Vieri Razzini, in quanto parte del soggetto era tratto da un suo romanzo.
Il film se all'inizio non destò grandi critiche positive, in seguito èstato ampiamente rivalutato e considerato il capolavoro di Fulci ed uno dei più bei film gialli italiani. 
E' stato ammirato anche all'estero, da Quentin Tarantino: infatti il motivo musicale del film viene ripreso nella scena di Kill Bill 1, dove Uma Thurman in ospedale, avendo capito di essere stata violentata mentre era in stato di incoscienza da un infermiere, lo uccide tagliandogli il tendine d'achille e poi fracassandogli la testa tra porta e stipite.

P. De P.

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